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sabato 20 marzo 2010

Il silenzio prima della musica



Parliamo nuovamente del genere documentario con quest'opera uscita nel settembre del 2009.

Presentato nella sezione “L’altro cinema – Extra” al Festival di Roma 2008, il documentario di Eric Daniel Metzgar racconta la sofferta riabilitazione di un uomo ridotto in stato vegetativo da un’emorragia cerebrale e da una serie di successive infezioni. L’uomo in questione è il trentaquattrenne Jason Crigler, uno dei chitarristi più apprezzati della scena musicale newyorchese, colpito dal male, causato da una malformazione congenita, durante un concerto nel 2004.

Per un crudele scherzo del destino, un artista, abituato ad esprimere la complessità del suo mondo interiore attraverso la poesia della musica, viene ridotto ad un nodo di tendini e muscoli contratti, inchiodato in un letto d’ospedale, reso incapace di comunicare col mondo esterno e con i proprio familiari. E proprio grazie alla tenacia, all’amore e alla pervicacia della sua famiglia, composta dalla moglie Monica, i genitori divorziati e la sorella, Crigler riesce ad uscire dallo scafandro che lo ha imprigionato e a recuperare in pieno le proprie capacità motorie, cognitive ed espressive. Nonostante la forza di volontà e la rieducazione ospedaliera abbiano giocato un ruolo molto importante nel processo di guarigione, è stata la famiglia ad essersi rivelata l’elemento cruciale del processo di riabilitazione di Crigler, così come apprendiamo dalle parole dei suoi medici, fin dall’inizio scettici sulle sue reali possibilità di ripresa e di tornare a condurre un’esistenza autosufficiente.

La vita precedente di Jason ci viene mostrata attraverso una successione di fotografie e immagini che raccontano una vita fino a quel momento vissuta pienamente. L’insorgere del malore e la corsa in ospedale vengono raccontati attraverso i diversi punti di vista dei suoi familiari, mentre a comunicare l’angoscia di una lenta agonia verso la paralisi sono le parole impresse sulle pagine del diario della sorella.

I video delle sedute di riabilitazione girate dai medici a scopo didattico mostrano le condizioni di Jason, introducendo lo spettatore nel suo calvario e in quello della sua famiglia, in un misto di gioia e dolore che caratterizza un percorso scandito da lieti eventi – la nascita della figlioletta, i progressi miracolosi - e da momenti di profonda sofferenza – le diagnosi dei dottori e le regressioni improvvise.

Nonostante le battute d’arresto, ben presto Jason comincia a manifestare forza, flessibilità e reattività motoria e inizia una lenta risalita della china che, nel giro di un paio d’anni, lo conduce ad un inesorabile ritorno alla vita e alla musica (emozionanti le immagini delle prime esercitazioni alla chitarra dopo tanto tempo di immobilità e distacco dalla realtà del mondo). Grazie al contributo di artisti della scena newyorchese come Norah Jones, Paul Bryan, Teddy Thompson e Marshall Crenshaw scopriamo quanto Jason sia amato dalla comunità musicale a cui appartiene e quanto il suo ritorno sia atteso.

Il recupero della memoria, della coscienza e della lucidità aprono la strada verso una nuova vita che per Jason sembra l’unica immaginabile dopo l’oblio attraversato che rende la sua vita precedente solo un ricordo appannato.

Per la tematica affrontata, il documentario di Metzgar richiama alla mente altre opere come Mare dentro e Lo scafandro e la farfalla. Sebbene anche queste fossero il racconto romanzato di dolorose esperienze fisiche e mentali realmente vissute, nel caso de Il silenzio prima della musica ci troviamo nel territorio del documentario e le emozioni scorrono quasi senza filtro direttamente dalla voce e dai volti dei protagonisti al cuore dello spettatore, caricando la visione di un pathos emotivo unico.

Il silenzio prima della musica racconta una storia vera che, nonostante la sofferenza di cui è portatrice, è in grado di riconciliare con la vita e con il mondo.


Titolo originale: Life. Support. Music

Regia: Eric Daniel Metzgar

Genere: documentario

Origine: USA 2009

Durata: 79 min.

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