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giovedì 20 maggio 2010

The Final Destination 3D. La morte in una nuova dimensione




In seguito ad una agghiacciante premonizione in cui vede la propria morte e quella dei suoi compagni, Nick abbandona l’autodromo in cui sta assistendo ad una corsa automobilista. Giusto in tempo per evitare l’inferno che si scatena all’interno in seguito ad un banale incidente sulla pista. Pensando di aver evitato la morte, il gruppo riprende ad assaporare la vita ancora più di prima ma sfortunatamente per Nick e la sua fidanzata Lori è solo l’inizio di un incubo. Infatti, mentre le premonizioni continuano a verificarsi e ad uno ad uno i sopravvissuti muoiono in modo cruento, Nick deve capire come sfuggire in modo definitivo al piano della Morte…Nelle sale da venerdì 21.

The Final Destination 3D è il terzo e (per il momento) ultimo sequel del celebre franchise di grande successo lanciato nel 2000. La formula della serie è sempre la stessa: il protagonista vede in una premonizione un incidente mortale, riesce a salvarsi insieme ad un gruppo variegato di persone ma, proprio quando crede di essere scampato al pericolo, la Morte torna a reclamare le anime dei sopravvissuti con ostinata premeditazione e violenza inaudita.
Escludendo il secondo capitolo della serie, il migliore fino ad ora prodotto, si potrebbe parlare di remake continui del capostipite, con i protagonisti impegnati ad evitare la Morte e a capire come sconfiggerla in modo definitivo. In un siffatto plot, va da sé che la Morte acquisti un ruolo da protagonista, il vero e proprio cattivo della storia. Ancora più pericoloso perché invisibile, impalpabile e (quasi) impossibile da sconfiggere.
La squadra creativa alla base di questo nuovo capitolo è, per fortuna, la stessa a cui si deve Final Destination 2: si tratta del regista David R.Ellis e dello sceneggiatore Eric Bress. La loro reunion riporta la serie sui giusti binari dopo lo scivolone del terzo capitolo (inutile ma curiosamente diretto dal regista del capostipite), anche se il duo non raggiunge i livelli toccati con il primo sequel, più serioe gory rispetto all’originale, ma allo stesso tempo divertente nonché splatter come solo un cartoon sa essere.

La sequenza iniziale del film, come da tradizione, è sicuramente quella più complessa ed imponente di tutta la pellicola. Dopo aver esplorato l’esplosione di un aereo, un incidente automobilistico in autostrada e il crollo di una montagna russa (oltre al deragliamento di un convoglio della metropolitana), The Final Destination 3D si apre nuovamente con un incidente automobilistico, questa volta reso più spettacolare dal fatto che si tratta di automobili da corsa all’interno di un autodromo, con un vasto pubblico giunto ad assistere alla manifestazione. E l’utilizzo della tecnologia stereoscopica proietta subito lo spettatore nel vivo delle catastrofi, assicurando un coinvolgimento totale e, fino ad ora, mai sperimentato nei film della serie. La vera innovazione di questo ennesimo capitolo è infatti rappresentata dall’utilizzo del 3D. La scelta di questa tecnologia permette di offrire ai fan della serie, e dell’horror in generale, un coinvolgimento quasi fisico e un’esperienza ancora più interattiva e completamente nuova, sia dal punto di vista della prospettiva che della profondità di campo.
Non tutte le morti sono ben congeniate, le esplosioni risultano un po’ troppo insistite e di alcuni personaggi, la cui caratterizzazione sembra non essere un elemento fondamentale, ci si libera in modo decisamente sbrigativo e superficiale. Tuttavia alcune sequenze del film, quella iniziale, sicuramente, ma anche quella nel multisala, che innesca una nuova premonizione con relativo evento catastrofico e che gioca con la referenzialità del meta-cinema, valgono decisamente la visione.

Diretto da: David R.Ellis

Scritto da: Eric Bress

Cast: Bobby Campo, Shantel VanSanten, Mykelti Williamson, Haley Webb, Nick Zano

Origine: USA 2009

Distribuzione: Warner Bros Pictures Italia

Durata: 82 minuti

1 commento:

  1. Se i personaggi ricalcano gli stereotipi dei film precedenti, la Morte non è l'antagonista ma l'Eroe...

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