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giovedì 13 gennaio 2011

Un giorno della vita. La favola del cinema rivive nell’estate di un bambino


Un giorno della vita. La favola del cinema rivive nell’estate di un bambino





Basilicata 1964. Salvatore (Matteo Basso) è un bambino di 12 anni con una divorante passione per il cinema che lo spinge a raggiungere ogni giorno in bicicletta, insieme agli amici Alessio (Amedeo Angelone) e Caterina (Francesca D’Amico), il paese vicino per poter assistere alle proiezioni di una saletta di terza visione. La passione di Salvatore è però osteggiata dal padre, contadino comunista che vorrebbe il figlio già coinvolto nelle attività del partito. Un giorno, l’annuncio della vendita di un vecchio proiettore 16 mm fa nascere in Salvatore un’idea che lo condurrà dritto in riformatorio. Nelle sale da venerdì 14.

La storia di Salvatore, finito in riformatorio per volere del padre, è narrata in flashback dallo stesso protagonista al giornalista interpretato da Alessandro Haber. Attraverso il suo racconto viviamo le emozioni e le sensazioni di un’adolescenza ingenua ed appassionata che, in nome dell’amore incondizionato per il cinema (i palpiti d’amore per l’altro sesso infatti cominciano solo timidamente a farsi sentire), provoca l’ira di un padre troppo impegnato nelle proprie rivendicazioni politiche e nelle fatiche dei campi per sfamare la famiglia. Sullo sfondo l’Italia di provincia di metà anni sessanta con i suoi campi di grano, le sue botteghe artigianali e alimentari, le sezioni di partito e la Chiesa, le chiacchiere e le maldicenze tipiche dei piccoli centri abitati. Ed è proprio quando le faccende degli adulti e le beghe politiche del paesino si intrecciano con il sogno di Salvatore che le cose si complicano e tutti scoprono la grave azione commessa in nome di una passione. A chiarire la scelta dell’ambientazione storica sono le parole dello stesso regista Giuseppe Papasso, documentarista e saggista, qui alla sua opera prima. <<Porto dentro di me tante cose degli anni sessanta. Così ho deciso di ambientare il film nel 1964, perché è stato un anno importante per il costume, la società e la politica italiana, zeppo di avvenimenti: la prima congiuntura dopo il miracolo, i forti contrasti nel centrosinistra che creano una delle più delicate crisi della storia della nostra Repubblica, la scomparsa di Togliatti il cui testamento nel memoriale di Yalta ha un significativo impatto nel nostro Paese>> ha dichiarato il regista.
La giovane età dei protagonisti e il tema della magia delle immagini in movimento, che finiscono per conquistare tutta la comunità, anche i più restii, conferiscono ad una storia emozionante l’afflato tipico della favola in grado di conquistare grandi e piccini, nonostante il film sconti qualche lungaggine di troppo e l’inesperienza recitativa dei giovani ed esordienti protagonisti.

Regia e soggetto: Giuseppe Papasso
Sceneggiatura: Giuseppe Papasso, Mimmo Rafele
Cast: Matteo Basso, Pascal Zullino, Daniele Russo, Maria Grazia Cucinotta, Alessandro Haber
Fotografia: Ugo Menegatti
Montaggio: Valentina Romano
Musiche:Paolo Vivaldi
Scenografia: Nunzia Decollanz
Costumi: Sandra Cianci
Origine: Italia
Distribuzione: Iris Film
Durata: 85 minuti

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