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giovedì 25 febbraio 2010

Il Concerto. L’armonia suprema di Radu Mihaileanu


L’ex direttore d’orchestra russo Andreϊ Filipov si è ridotto a lavorare come uomo delle pulizie nel teatro, il Bolshoi, dove un tempo dirigeva l’orchestra più celebre dell’Unione Sovietica. La sua carriera venne interrotta all’apice del successo all’epoca di Brežnev, in seguito al rifiuto da parte di Filipov di separarsi dai suoi musicisti ebrei, tra cui il suo miglior amico Sasha. Ma una sera, trattenutosi fino a tardi per tirare a lustro l’ufficio del direttore, Filipov intercetta un fax d’ingaggio proveniente dalla Francia. E la voglia di riscatto, covata per anni, prende il sopravvento… Nelle sale dal 5 febbraio.
Il tema dell’impostura positiva, già presente in Train de vie e Vai e vivrai, torna prepotentemente nel cinema di Mihaileanu, il cui cognome di per sé rappresenta una mistificazione adottata dal padre per sopravvivere al regime nazista prima e stalinista poi. L’impostura porta con sé un altro aspetto fondamentale della poetica dell’autore, l’umorismo, usato in relazione alla sofferenza e alle difficoltà della vita. <> ha dichiarato il regista.
I personaggi protagonisti della vicenda raccontata ne Il concerto sono stati umiliati trent’anni prima dalla cieca ottusità di un regime spaventato da coloro che non erano disposti a sottomettersi alla sua autorità. Ed è proprio una-scena-tratta-dal-film-il-concerto-134727.jpgattraverso l’umorismo e l’ironia che, al di là della loro tragedia, i protagonisti trovano la forza di realizzare i propri sogni, tornando a conquistare la propria dignità di esseri umani. Espressione dell’energia vitale che pervade il mondo, l’umorismo che caratterizza la pellicola si alimenta anche dell’incontro-scontro tra culture diverse, quella slava e quella francese, la cui sorprendente contrapposizione suscita divertenti contrasti. E multiculturale è, di conseguenza, anche il cast, vero e proprio melting pot che comprende attori russi, francesi e rumeni.
concerto_7.jpgAttraverso la vicenda di Filipov e della sua orchestra, Storia e storia si incontrano e si compenetrano, in quello che si afferma come un atto d’accusa nei confronti di tutte le dittature conosciute dall’umanità, e non solo di quella comunista, con buona pace di alcuni giornalisti apertamente schierati a destra presenti alla conferenza stampa di presentazione del film.
Gli ultimi 12 minuti della pellicola sono dedicati alla realizzazione del sogno, l’esecuzione de Il concerto per violino e orchestra di Čajkovskij al Théătre du Chătelet di Parigi. Le riprese del concerto, durate sei mesi, sono caratterizzate da un virtuosismo impressionante e restano inevitabilmente impresse nella mente dello spettatore più di qualsiasi altra sequenza all’interno della pellicola. Il compositore Armand Amar ha dovuto ridurre la durata originale del brano, ben 22 minuti, cercando di non stravolgere la partitura del compositore russo, mentre il regista ha scelto di riprendere lo spettacolo utilizzando tre macchine da presa, tenendo conto anche dell’inserimento dei flashback sul mistero della paternità della violinista Anne-Marie Jacquet inseriti in fase di montaggio. Va da sé che all’interno di un film come Il concerto, la musica rappresenti un elemento fondamentale, un linguaggio universale inteso come energia capace di far nascere suggestioni in ognuno di noi, liberamente e in modo non precostituito. <> ha dichiarato Mihaileanu. All’interno del film trovano spazio, oltre alla musica classica, anche sonorità gitane, musica russa, liturgica e persino musica techno.
un-momento-del-film-il-concerto-134729.jpgLa metafora del concerto, che racchiude in sé un’armonia suprema in cui violino e orchestra risultano complementari l’uno all’altro, fornisce linfa vitale ad un film che parla dei rapporti fondamentali tra il singolo e la collettività, intesi come elementi assolutamente indissociabili del vivere sociale. Il concerto esprime proprio l’armonia che nasce dallo scontro tra culture incarnato dai protagonisti del film e rappresenta un nuovo inno alla vita e alla dignità umana troppo spesso calpestate.


Titolo originale: Le concert
Regia e sceneggiatura: Radu Mihaileanu
Cast: Alexei Guskov, Dmitry Nazarov, Mélanie Laurent, François Berleand, Miou Miou
Musiche: Armand Amar
Direttore della fotografia: Laurent Dailland
Montaggio: Ludovic Troch
Scenografie: Stan Reydellet
Costumi: Viorica Pietrovici
Origine: Francia/Italia/Romania/Belgio 2009
Distribuzione: Bim
Durata: 120 minuti

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