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mercoledì 14 aprile 2010

25 Torino Film GLBT Film Festival - Da Sodoma a Hollywood.

Si terrà dal 15 al 22 aprile la 25° edizione del Torino Film GLBT Film Festival - Da Sodoma a Hollywood. Il Festival, diretto da Giovanni Minerba, celebra le sue nozze d’argento in un’edizione ricca di novità e cambiamenti. In occasione del venticinquennale, la manifestazione si propone in una veste in parte rinnovata, con una nuova squadra di collaboratori. A cominciare dall’immagine, realizzata per questa edizione, dal grande pittore e scultore Ugo Nespolo. L’apertura della 25° edizione è affidata a un’ospite d’eccezione: sarà infatti Claudia Cardinale a inaugurare il Festival con la presentazione de Le Fil del tunisino Mehdi Ben Attia.

L’edizione d’esordio del Festival risale al 1986. Si trattava di una piccola ma già coraggiosa manifestazione in un’epoca in cui l’acronimo GLBT non faceva ancora parte del lessico comune. Dopo ben venticinque anni di e con il cinema, la comunità gay ed il pubblico in generale, il Torino GLBT è divenuto oggi il più antico Festival d’Europa e terzo nel mondo solo ai leggendari Frameline di San Francisco e Outfest di Los Angeles. Il bagaglio di esperienze, idee e immagini portato avanti dalla rassegna è andato inevitabilmente di pari passo con la visibilità e le conquiste del movimento gay, un patrimonio che si è ormai tramutato in memoria storica.


Sono 175 i film presenti, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari in Concorso, omaggi (Open Eyes), Midnight Madness, Retrospettiva e Binari, la nuova sezione che racchiude un gran numero di opere fuori concorso. Circa 30 le nazioni presenti, una vera e propria olimpiade del cinema gay. A fare la parte del leone sono naturalmente gli Stati Uniti con 32 titoli (ma nessuno nel concorso lunghi). Tra gli europei spiccano la Spagna e la Francia, rispettivamente con 13 e 11 film, mentre gli italiani sono 7 (ma solo uno gareggia per un premio nella competizione che riguarda i corti, La capretta di Chagall).

Tra i titoli del concorso lungometraggi: El niño pez (The Fish Child), di Lucía Puenzo, che racconta la storia della giovane e borghese Lala, follemente innamorata della paraguayana Guayi, la domestica che presta servizio nella sua famiglia; lo “scandaloso” Do Começo ao Fim (From Beginning to End), di Aluisio Abranches, che s’insinua nella storia d’amore fra due fratelli e El cónsul de sodoma, di Sigfrid Monleón, con Bimba Bosè, nipote di Lucia, dedicato a Jaime Gil de Biedma, uno dei poeti spagnoli più importanti della seconda metà del XX° secolo.

Nelle altre sezioni, tra gli altri, ci saranno titoli come Little Ashes di Paul Morrison con Robert Pattinson (l’attore divo di Twilight), Mary Lou di Eytan Fox e il documentario New York Memories, cronaca del ritorno nella Grande Mela del regista tedesco Rosa Von Praunheim.


Fra i temi in evidenza in questa edizione quello del tormentato, intenso e, a volte, morboso rapporto tra madri (e padri) e figli omosessuali rappresenta il fil rouge presente in molti film in programma tra cui l’americano Prayers for Bobby di Russel Mulcahy, dove Sigourney Weaver (che per questa interpretazione è stata candidata per il Golden Globe) interpreta Mary, una donna della middle-class con quattro figli che segue gli insegnamenti della Chiesa Presbiteriana. Quando il figlio Bobby, confida al fratello maggiore di essere gay, l’intera famiglia è sconvolta. Mary è convinta che la religione possa “curarlo” ma gli eventi prendono un’altra piega. Tra le altre tematiche dal festival troviamo la bisessualità, non vissuta più come indecisione ma come scelta e, in una società sempre più invecchiata e consapevole, i problemi dei gay anziani.


Per festeggiare il suo anniversario, il Torino GLBT presenta una retrospettiva dal titolo: “I venticinque film che ci hanno cambiato la vita”. Venticinque evocative suggestioni scelte tra le tante pellicole presentate al Festival nel corso di questi anni, una sorta di glossario delle emozioni più forti vissute insieme. Tra i titoli in programma: Happy Together di Wong Kar-Way e Festa per il compleanno del caro amico Harold di William Friedkin.

Il premio “Dorian Gray, creato anch’esso da Ugo Nespolo e una della novità significative che caratterizza l’edizione del venticinquennale, sarà consegnato a James Ivory, regista di Maurice e presente al Festival anche con il suo ultimo film The City of Your Final Destination tratto dall’omonimo libro di Peter Cameron.

La sezione Focus – che accompagnerà di anno in anno il Festival - intende fare luce su temi particolarmente sentiti dalle comunità gay di tutto il mondo. Il Focus Dio Mio: Religioni e omosessualità intende affrontare il controverso rapporto tra Fede e Omosessualità, soprattutto per quanto riguarda le religioni monoteiste, cristianesimo, ebraismo e islamismo, mentre Omofobia. L’odio mangia l’anima dà spazio a quelle realtà in cui l’omosessualità è considerata un reato (Camerun, Iran, Uganda, Mongolia) con tre reportage scioccanti e un cortometraggio di denuncia. Senza trascurare, allo stesso tempo, due esempi di campagne contro l’omofobia ideate da paesi dell’emisfero occidentale, Francia e Israele.

Tra gli eventi più curiosi del festival segnaliamo Midnight Madness, tre notti con il “cinema di genere” che nasce dall’esigenza di dare visibilità a film che, di solito, trovano poco spazio all’interno delle programmazioni festivaliere: un omaggio al cinema bizzarro, estremo, assurdo, kitsch letto, naturalmente, in chiave gay.

Per maggiori informazioni e per il programma completo del Festival consultare il sito internet: http://www.tglff.com/

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